Tutto per capire le volontà del testatore
– Sentenza n.10883, 07/05/2018 –
L’interpretazione del testamento, cui in linea di principio sono applicabili le regole di ermeneutica dettate dal codice in tema di contratti, con la sola eccezione di quelle incompatibili con la natura di atto unilaterale non recettizio del negozio mortis causa, è caratterizzata rispetto a quella contrattuale da una più penetrante ricerca, aldilà della dichiarazione, della volontà del testatore, la quale, alla stregua dell’articolo 1362 del codice civile, va individuata con riferimento a elementi intrinseci alla scheda testamentaria, sulla base dell’esame globale della scheda stessa e non di ciascuna singola disposizione. Tuttavia, ove dal testo dell’atto non emerga con certezza l’effettiva intenzione del de cuius e la portata della disposizione, il giudice può fare ricorso a elementi estrinseci al testamento, ma pur sempre riferibili al testatore.
07/05/2018
Il parere dell’Esperto
La cassazione spiega che, quando si è in presenza di un valido testamento, bisogna fare di tutto per cercare di capire che cosa voleva fare veramente il de cuius quando ha disposto le sue ultime volontà e, quando non è possibile capirlo dal testo del testamento, allora è legittimo che il Giudice faccia ricorso anche ad elementi presi al di fuori dal testo letterale del testamento purché indiscutibilmente riferibili al testatore stesso. In altre parole, vanno salvaguardate al massimo le ultime volontà delle persone.