Successioni art

Differenza tra chiamato all’eredità ed erede

– Sentenza n.5247, 06/03/2018 –

In tema di successioni “mortis causa”, ai fini dell’acquisto della qualità di erede non è di per sé sufficiente, neanche nella successione legittima, la delazione dell’eredità che segue l’apertura della successione, essendo necessaria l’accettazione del chiamato mediante una dichiarazione di volontà oppure un comportamento obiettivo di acquiescenza.

Cassazione civile sez. VI, 06/03/2018, n.5247

Il parere dell’Esperto

Alla morte di una persona si apre la sua successione. Differentemente da quello che è il sentire comune, gli eredi non diventano subito tali ma transitano attraverso due passaggi: il primo è la chiamata all’eredità, il secondo è l’accettazione dell’eredità. La Cassazione ha chiarito che per diventare eredi non è sufficiente essere eredi per legge, vale a dire essere qualificati come tali dalla legge, ma occorre che il “potenziale erede”, c.d. “chiamato all’eredità” accetti l’eredità, il che può avvenire in modo espresso, attraverso una dichiarazione di volontà, oppure in modo tacito, attraverso un comportamento che implicitamente non lascia dubbi sulla sua volontà di accettare l’eredità e diventare erede.